Recensione di Monica Bocelli di Una vita come tante di Hanya Yanagihara

Quello appena trascorso è stato da me definito l’autunno americano, perché casualmente ho fatto solo letture di autori statunitensi. Hanya Yanagihara, è stata una di questi, a lei devo un sentito ringraziamento per avermi rapita e tenuta tre settimane “prigioniera” in Una vita come tante. Un romanzo corposo, non solo per le 1094 pagine ma anche e soprattutto per i contenuti. Potrei descriverlo come la storia di una grande amicizia fra uomini. Un legame che nasce quando i quattro protagonisti frequentano il college e si protrae fino alla fine dei loro giorni. Quattro ragazzi con backgrounds differenti ma con grandi ambizioni ed elevate capacità. Quattro intelligenze brillanti. Credo di poter affermare che il fil rouge sia proprio il valore dell’amicizia e l’importanza che gli amici, quelli veri, hanno nella vita. Jude, uno dei quattro protagonisti, afferma che gli amici gli hanno insegnato tutto, lo hanno reso e continuano a renderlo una persona migliore e aggiunge qualcosa che condivido appieno: l’unico segreto dell’amicizia è trovare persone migliori di te, non più furbe o più vincenti, ma più gentili, più generose e più comprensive. Apprezzarle per quel che possono insegnarti, cercare di ascoltare quando ti dicono qualcosa su di te, bella o brutta che sia e fidarti di loro che è la parte più difficile di tutte. Ma anche la più importante. E Jude lo sa perchè ha conosciuto il rovescio della medaglia, ha avuto un’infanzia violata e questo credo sia un altro motivo per cui questo romanzo mi è piaciuto perchè affronta un altro argomento a me caro fin dai tempi dell’università, quello della violenza all’infanzia, su cui ho fatto la tesi di laurea. Una vita come tante ha visto la luce nel 2015, quasi vent’anni dopo la discussione della mia tesi di laurea, esattamente diciannove. Peccato perchè sarebbe stato un bel romanzo da sottoporre alla disamina degli occhi attenti di una giovane laureanda; per fortuna perchè gli occhi di allora avevano visto meno e alcune parti sono piuttosto brusche e inquietanti come può esserlo solo la vita o solo una vita come tante.

Ma se, come affermo il leitmotiv è l’amicizia non è l’unico grande argomento trattato, l’altra grande macroarea è la violenza, inferta all’infanzia ma anche all’interno della coppia, altro tema a cui sono sensibile e che ho trattato in Amori funesti. Un romanzo contrario allo stereotipo che vuole l’amicizia fra uomini superficiale e che impone loro di parlare solo di sport e sesso o per dirla con Cecco Angiolieri al quale solo tre cose gli erano gradite: la donna, la teverna e ‘l dado. Quindi un libro che combatte gli stereotipi anche quelli più duri a morire che vogliono le donne che con le amiche si confidano, piangono e si sfogano, gli uomini ridono, scherzano e danno il voto ai deretani, come il professore di Bar Sport. Il forte legame di questi quattro ragazzi, poi uomini, sconferma la “regola” e tutto ciò che agisce in senso contrario alle regole imposte e fittizie ha in sè un grande valore.  Per concludere vorrei sottolineare che questo libro è come una sinfonia, un crescendo di emozioni, intensità e grande bellezza. Il dolore lo accompagna per intero ma non è inserito appositamente “a fini di lucro” è quello a volte crudele e intenso che si insinua nelle nostre vite, e quella di cui parla Hanya Yanagihara è solo una vita come tante.

7 pensieri su “Recensione di Monica Bocelli di Una vita come tante di Hanya Yanagihara

  1. Ho letto la tua recensione. Pare un libro delicato e dedicato finalmente spiegami maschili, fin troppo spesso arrivano notizie di giovani che si legano per far male ad altri e non per sorreggersi. Anche la cinematografia in questo senso dovrebbe promuovere più spunti sia con che con serie tv, spesso più seguite e amare e che, essendo seguiti nel tempo, danno la possibilità di affezionarsi al personaggio e rielaborare la sua storia a livello di subconscio.

  2. Ciao Monica, mi sembra molto interessante l’aspetto sull’amicizia in generale e su quella maschile in particolare, cercherò di trovare il tempo per leggerlo

  3. L’amicizia che descrivi, carissima Monica, è esattamente quel dono gratuito, inaspettato, che emancipa, che sostiene, che lenisce, che cura e che passa attraverso il cuore, la mente, le mani di una persona come te.
    Bellissima recensione, appassionata, umana, di chi conosce il valore ma anche il dolore della vita.

  4. Grazie Monica per aver reso degno di nota e accattivante questo romanzo, mettendo in luce la preziosità delle relazioni amicali e per presentare, finalmente, una relazione tra uomini più sottile e profonda, in qualche modo più vicina a quella che tra noi donne definiamo “sorellanza”. In questo misero momento storico-sociale forse i veri legami relazionali fra esseri umani sono la nostra unica possibilità di salvezza dall’individualismo e dall’isolamento arido in cui ci siamo chiusi. Grazie ancora per il tuo contributo.

  5. Cara Monica, complimenti per aver scritto una recensione così sentita, appassionata e sicuramente sincera, ad un libro che appare, da ciò, davvero appassionante, coinvolgente ed avvincente per i temi che tratta, per la loro importanza e profondità ed anche per come sono stati trattati dell’autrice.
    Grazie per aver dedicato alle tue amiche questa recensione poiché ciò mette in risalto il grande valore che tu dai all’amicizia in generale ed alle tue amiche in particolare; amiche tra le quali sono felice e grata di essere annoverata anch’io!
    Grazie ancora, di cuore!

  6. Cara Monica, hai descritto perfettamente la parola amicizia. Quel sentimento che lega degli sconosciuti senza guardare ne il colore ne l’età. Siamo ricchi se possiamo avere amici su cui contare e poter condividere sia bene che male e come da te perfettamente descritto, imparare da loro ad essere migliori. Grazie del tuo talento che condividi con me e con le tue amiche.Questo mi rende felice. Un abbraccio

  7. Leggendo ‘Ticcolò e Beddeigo’ ero rimasta piacevolmente stupita dall’abilità di Monica Bocelli nel riuscire a dare voce e valori ai piccoli momenti della vita quotidiana, mettendo in evidenza con estrema naturalezza le emozioni, le ansie e le aspettative che ‘colorano’ quei momenti. Leggendo questa recensione mi è arrivata la stessa ‘genuinità’ nel parlare dei piccoli momenti della vita quotiduana. Nel libro si affronta una tematica importante come l’amicizia, ma Monica Bocelli non si perde in ‘fronzoli’. Non inneggia l’amicizia, non ci fa la ‘paternale’su come essere buoni amici, ma con estrema abilità di sintesi mette a fuoco la sua lente d’ingrantimento sugli aspetti più semplici e pratici, e ci restituisce una riflessione sull’amicizia nella sua veste più intima e quotidiana. E mentre ci racconta le emozioni di tutti i giorni e di tutti noi, non perde mai l’occasione di raccontarci anche un ‘pezzettino’ di sé stessa. Grazie Monica.

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