Il viaggio

Il viaggio non ha mai fine, è un viaggio intorno al mondo ovvero intorno alla vita, è il viaggio della vita, è la vita il viaggio.

È anche la fuga dalla vita ogni volta che non si vuole stare, che qualcosa ci irretisce, ci impedisce e ci costringe…

…allora…sono in auto, immagino che sopra alla strada che sto percorrendo possa esserci una sopraelevata che, se la imboccassi, mi condurrebbe in un luogo che è un non luogo e lì,  dimentica di tutto il passato, comincerebbe per me una nuova vita.

Il viaggio mi conduce in un non luogo e mi salva dalle difficoltà contingenti. Se esiste un non luogo  esso si trova nella mia voglia di abbandonare le difficoltà.

Così è iniziato il viaggio, una volta tanti e tanti anni fa, in un lontano e freddo dicembre, meta lo Sri Lanka, lo scopo latente era allontanarsi dal pauroso Natale, un viaggio a più riprese, poi è stata la volta di Londra e l’anno successivo di Budapest. E ancora il Messico, le Seycelles, l’India del sud, il Mali, il Rajasthan.

Fuga da un universo concentrazionario, fuga dalle stanze fredde e vuote, dai silenzi, dal vuoto e dalla solitudine. Fuga.

Non si è mai tanto soli come quando si è soli con qualcuno e se quel qualcuno non c’è più allora si è ancora più soli. E se si è soli con qualcuno che è rimasto si è soli e arrabbiati perché si vorrebbe attribuirgli la responsabilità della pesante solitudine.

E se si è perso anche Dio e si pensa che un dio possa permettere tutto questo allora si è proprio soli e questo senso di abbandono non ci lascia più e per sentirlo meno si può fuggire lontano e più distante si va meno si sente.

Perché là nessuno può abbandonarmi, nessuno può farmi sentire sola. Perché altrove c’è un altro mondo, un’altra realtà, altre persone con pelli di colore diverso, le loro parole non possono dire niente, i loro occhi mi guardano incuriositi e attratti. E c’è la fame, la miseria, il dolore, la ricchezza, la cultura, il folklore, la musica, i balli e tutto questo non mi fa sentire sola. Mi fa essere grande, ricca (non in termini economici), abitante del mondo, vicina a coloro che non parlano la mia lingua, che non vestono i miei abiti, che non sognano i miei sogni. Vicina a coloro che sono lontani dalla mia terra, in una terra straniera.

Ora mi capita talvolta di sognare di trovarmi in viaggio, all’aeroporto oppure alla stazione o infine sulla nave… mi mancano tanto i nostri viaggi in mete lontane. Quando ero in qualche paese straniero a volte ho sognato di trovarmi a casa e mi sono svegliata quasi come se avessi fatto un incubo e al risveglio ero felice di trovarmi ancora in un letto che non fosse il mio, in una camera spoglia dalle pareti sbiadite… e ancora ricordo la misera stanza di quell’albergo a Mysore dove restai per tre giorni e tre notti distesa sul letto con l’ameba nel corpo e le notti trascorse nella tenda sui tetti delle capanne dei Dogon, l’ultimo dell’anno sotto le numerose stelle del cielo africano…

… Sono tanti i luoghi rimasti nella memoria e alcuni si affacciano nei sogni ma non sono sicura che siano reali, a volte sono quelli già visti in altri sogni, a volte altri mai visti, scorci piccoli con pochi dettagli. …La luce abbagliante mi impedisce di tenere gli occhi aperti, brancolo per raggiungere non so cosa aprendo gli occhi quel tanto che mi basta per proseguire ma li richiudo immediatamente anzi li strizzo per il grande fastidio che la luce mi provoca. La meta non mi è nota o, almeno, credo che non lo sia e, comunque, procedo in questo stato così precario, così incerto, così poco chiaro… la troppa luce mi offusca la vista… con le mani cerco di coprirmi gli occhi ma voglio vedere per procedere così le tolgo e le rimetto davanti agli occhi. Sembra che la cosa più importante sia procedere, ma per dove? … Mi sveglio e comprendo che è la luce che viene da fuori che ha creato lo scenario del sogno.

Il sogno sconfina nel giorno e il giorno entra nel sogno…si confondono… si mischiano e creano scenari veri ma surreali, inesistenti ma effettivi.

Un pensiero su “Il viaggio

  1. Mi piace sentirti raccontare fatti e luoghi che abbiamo vissuto insieme. Cotinua a scrivere e credo propri che tu abbia molto da raccontare. Complimenti.
    Andrea

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