Recensione di Il viaggio delle bottiglie vuote di Kader Abdolah

 

Che ci fa un iraniano in Olanda? Quello che diceva Bianca nell’omonimo film di Nanni Moretti “Giro… vedo gente… mi muovo… conosco… faccio cose…” e scopre che nonostante i pregiudizi dicotomici su popoli freddi e popoli caldi, si possono trovare veri amici ovunque. Grazie ad un vecchio galletto segnavento reso fisso dalla ruggine, la madre di Bolfazl, potrà rivolgersi verso la Mecca per dire le sue preghiere. L’io narrante e protagonista è un profugo e come tale è sempre prudente nel fare domande… ma è un ottimo ascoltatore, virtù sempre più rara soprattutto se sommata all’assenza di giudizi e all’autentica disponibilità.  Le conversazioni con il suo nuovo amico lo riportano lontano nel tempo e nello spazio, il presente così si intreccia al passato e dà vita al piacevole romanzo.