È scesa dall’albero di susine rosse sotto al quale ero seduta, è atterrata sul dorso della mano sinistra. Così piccola, dolce e con gli stessi colori della pelle maculata in perfetta mimesi.
La conserverò, la lascerò proprio in mezzo a quelle due pagine – 98 e 99 – che stavo leggendo in quel momento quando è planata. Un dono tanto gradito quanto inaspettato. Anche il libro che stavo leggendo mi è stato regalato, Roberta, la mia cara amica Roberta me l’ha donato, insieme a molti altri. E come segnalibro il biglietto di una piccola alunna che accompagnava un dolce pensierino. L’ha scritto la mamma: Per la maestra Monica bella. Lo porto con me dentro al libro fiera e felice. Seduta sotto lo stesso albero da frutto che a pochi giorni prima della primavera mi ha offerto un altro dono.
Scendono lenti lenti
come fiocchi di neve
danzanti petali bianchi.
Si adagiano al suolo
melmoso e sull’erba di brina.
È questo che voglio, ora.