Ci sono due cipressi davanti alla mia finestra: uno alto è riuscito a superare il campanile, l’altro voleva raggiungerlo ma…
…voleva anche lui giungere all’altezza del suo vicino.
Ogni giorno si sforzava spingendosi in alto, guardava l’altro e pensava: anch’io voglio arrivare dove sei tu, voglio diventare alto come te, anzi di più. Si erigeva e quando i passerotti si posavano sulle sue fronde, il cipresso cercava di farli volar via perché temeva di non poter crescere con il loro peso. Continuava a elevarsi forzando le radici, guardava l’altro e pensava e spingeva.
Un giorno di pioggia le sue fronde alte invece di stare erette si piegarono e da allora non si sono più raddrizzate.
Il povero cipresso piange e guarda l’altro e si domanda: perché non sono riuscito a diventare come lui?
– Mio caro cipresso ognuno si pone la propria meta da raggiungere, ma non la meta altrui – questo vorrei dire al povero cipresso avvilito.