Ticcolò e Beddeìgo

Ticcolò e Beddeico

Prefazione

Quella che leggerete nelle prossima pagine è una storia d’amore ma non verso un compagno o una compagna bensì per i propri figli da parte dell’autrice, Monica Bocelli, una donna fiorentina al suo esordio nel campo narrativo, che ha voluto documentare, in un diario quasi giornaliero, l’arrivo del suo primo bimbo, Niccolò, e poi del secondo, Federico, arricchendolo anche con le parole buffe e distorte con cui il loro modo di esprimersi si è lentamente evoluto.

Come avrete capito si tratta di una storia vera: è il racconto di un periodo della vita di Monica, del superamento di certe sue paure, del rapporto pieno di complicità con il marito, dell’affetto verso suo padre in veste di nonno, dei ricordi d’infanzia alla villa medicea La Petraia, della passione per i viaggi e per la vita.

Ma è, soprattutto, il libro di una mamma profondamente e perdutamente innamorata di questo suo ruolo e come tale commuove e, allo stesso tempo, fa sorridere.

Daniela Domenici

10 pensieri su “Ticcolò e Beddeìgo

  1. E’ molto difficile attualmente riuscire a leggere un testo davvero originale, e quando si ha la fortuna di trovarlo fa bene al cuore. “Ticcolò e Beddeìgo” è uno di questi: un titolo a prima vista quasi incomprensibile ma immediatamente reso chiaro dall’immagine sorridente di due splendidi bimbi che si affacciano nel bianco della copertina quasi a dire “ehi, qui si parla di noi!”.
    Molti libri parlano di bambini, dove sta la novità?
    Semplice e geniale, Monica Bocelli fa parlare i bimbi – i suoi bimbi – con il tipico linguaggio infantile, variandolo pagina dopo pagina man mano che acquisiscono nuove capacità fonetiche, con una “morbidezza” tale da far quasi vivere al lettore ogni più piccola conquista come se vi stesse assistendo in prima persona.
    Frammenti della sua personale infanzia riemergono in un susseguirsi di paesaggi e aneddoti, sempre intercalati dai progressi dei due piccoli protagonisti che diventano la preziosa chiave per ricostruire rapporti, rafforzarne altri e levigare nel cuore di Monica ogni più piccolo disagio con la vita rendendole chiaro quale sia il valore più importante: quello della famiglia.

  2. Scrivere un commento su Ticcolò e Beddeigo. Compito veramente difficile, primo perchè mi sento inadeguata, secondo non l’ho mai fatto in vita mia e non ho ben chiaro che cosa devo scrivere. Ma visto che c’è sempre una prima volta per tutto, e da che sono diventata mamma, “le prime volte” si sono centuplicate, affronterò anche questa lasciando scritto semplicemenete quello che ho provato a leggere il libro. Prima di tutto molte risate per il linguaggio di Niccolò, in parte condiviso dai miei bambini e in parte veramente originale, poi commozione per l’mmenso amore che questa donna dimostra ad ogni pagina verso il suo amore, amico, compagno di vita e “Re della festa degli anelli”. Una dichiarazione d’amore così non l’avevo mai letta, eppure i romanzi d’amore sono sempre stati il mio debole….da cenerentola in poi. E infine una grande tenerezza per le difficoltà, i dolori e la solitudine che Monica ha dovuto affrontare nella prima parte della sua vita, segnandola con profonde cicatrici che, almeno in parte, sono state e sono ancora lenite dall’amore di cui finalmente gode e a cui può lasciarsi andare facendosi cullare Lei mamma, dai suoi bambini.

  3. Ticcolo’ e Beddeìgo è un libro che si legge tutto d’un fiato, ma che ha il difetto di essere troppo breve, perché il lettore arriva alla fine con il desiderio di continuare a leggere. L’argomento potrebbe sembrare banale: la famiglia, l’amore per il marito e per i figli. Ma non lo è per la forza dell’amore che scorre tra le pagine di questo libro: amore per la famiglia e per la vita. Leggendo il libro si respira quella tranquillità e serenità che si prova solo quando c’è l’appagamento totale dei desideri del cuore. Monica, in una società che non dà più tanta importanza alla famiglia e dove si rimanda il più possibile la maternità in nome della libertà, fà una scelta controcorrente e si realizza nella famiglia, pur senza tralasciare la realizzazione di sé stessa in altri campi. Inoltre in questo libro molti di noi potranno trovare un pezzo della loro infanzia rivedendosi nei giochi semplici di Monica alla Villa Petraia.
    Che dire? C’è solo da aspettare una
    nuova pubblicazione.

  4. Grazie a Monica,abbiamo avuto la possibilita’ di leggere un diario/romanzo di una mamma che sprigiona un amore profondo per i propri figli e la propria famiglia. Mi ha riportato indietro nel tempo quando con le mie figlie annotavo giorno dopo giorno i loro cambiamenti.
    Un libro fresco,che si legge con piacere.

  5. Il libro mi ha commossa molto, sprigiona in ogni pagina l’amore di Monica per i suoi bambini, per suo marito, per la vita in genere. E’ un libro che ti avvolge, ti fa immedesimare nelle vicende della vita che Monica racconta con talmente tanta sincerità e passione che ti senti quasi parte della sua famiglia. Ha una grande capacità di intrecciare racconti sulla sua vita da bambina ed adolescente con quelli della sua vita attuale. Un grande dispiacere quando, senza rendertene conto, ti trovi all’ultima pagina del libro…vorresti che continuasse ancora ed ancora…aspetto fiduciosa il prossimo!!!

  6. Ticcolò e Beddeìgo mi è piaciuto moltissimo per il contrasto che emerge tra la leggerezza ( nel senso di lieve, piacevole) del linguaggio utilizzato e la portata, emotivamente imponente, dell’essere mamma e del ruolo di mamma che l’autrice riesce a descrivere con abilità narrativa e grande forza espressiva.
    Ho potuto leggere il libro, grazie ad una amica che me l’ha prestato e l’ho fatto un pò mio… nel senso che,
    avendo anch’io due bimbi che sono più o meno coetanei di Ticcolò e Beddeìgo, mi sono ritrovata in quasi tutte le situazioni, comiche e buffe descritte da Monica.
    Ecco io credo che quando un libro, ha il potere di unire e far condividere, abbia, in larga parte, raggiunto il suo scopo.
    Un libro che consiglio senz’altro a tutte le mamme, felici di esserlo.

  7. Da poco tempo, per motivi lavorativi, ho avuto la fortuna di conoscere una persona che, da subito, mi è sembrata speciale, nell’accezione più positiva del termine. La conferma di quanto avevo intuito è arrivata quando abbiamo cominciato a lavorare insieme, sia per le sue notevoli competenze, sia per la correttezza e la disponibilità palesate e si è rafforzata quando ho appreso che aveva scritto un libro che vedeva protagonisti i suoi figli. Il leggerlo, poi, ha fatto sì che la mia stima per Monica Bocelli, autrice del libro, decollasse del tutto.
    Ho desiderato leggere “Ticcolò e Beddeìgo” perché, mamma anch’io di tre figli ormai adulti e nonna di un nipotino, mi incuriosiva e mi intrigava potermi nuovamente calare, attraverso le pagine del libro, in situazioni specifiche del ruolo di madre di figli piccoli.
    Il racconto mi ha immediatamente catturata, le pagine scorrevano veloci e, arrivata alla fine del libro, ho desiderato che ci fosse un seguito.
    Mi sono sentita coinvolta e partecipe in molte situazioni descritte nel libro; penso che l’autrice sia davvero riuscita a trasmettere al lettore i suoi sentimenti relativi alla sua vita, presente e passata; in particolare emerge il grande amore per la sua famiglia e per il suo ruolo di madre.
    Talmente appassionato è il suo amore verso i figli che riesce a farli amare anche al lettore che non li conosce; a me è accaduto proprio così!
    In attesa di una nuova pubblicazione, esprimo sinceramente il mio apprezzamento per il racconto e le mie congratulazioni all’autrice per questa sua prima opera narrativa alla quale, auspico, ne seguiranno altre.

  8. Una lettura piacevole, coinvolgente, allegra, triste e nostalgica. Una narrazione umile, consapevole e con saggia autocritica: una chicca.
    Grazie Monica per esserti raccontata e “raccontarci”…

  9. Ticcolò e Beddeigo sono due bambini che imparano a parlare; il libro, parlando di loro, racconta in realtà la storia di un’altra bambina, Monica (la loro madre), che cresce vivendo con straordinaria sensibilità il mondo che la circonda: la Petraia, antica villa fiorentina in cui vive con la mamma e il babbo; Borgo San Lorenzo, il paese della famiglia materna; le case della borghesia fiorentina, coi proprietari intellettuali e le domestiche stralunate; e infine il Lippi, il quartiere fiorentino che sceglie per la sua vita di adulta. Del libro colpiscono la leggerezza dello stile con cui l’Autrice descrive una realtà fatta di piccole cose – però mai banali – e comunque dense di significati; e la grande passionalità con cui ella vive tutto quello che la circonda e la riguarda. Ciascuno di noi potrà ritrovare nella storia di Monica e della sua famiglia qualcosa che gli è appartenuto, ma che nel racconto della scrittrice assume un carattere di novità e originalità assoluta.

  10. Quando ho letto per la prima volta il titolo del libro ho detto: che carino e che originalità! ed ho pensato le stesse cose una volta terminata la lettura del libro. Un racconto piacevole fin dalle prime pagine, l’autrice Monica riesce con semplicità a raccontare il suo amore per i figli, per l’uomo che ama, i suoi ricordi d’infanzia, le conoscenze universitarie, la vita di quartiere… ma non solo questi aspetti. Nel libro, infatti, si possono trovare pagine dense di emozioni e particolari che al lettore saltano subito agli occhi ed arrivano inevitabilmente al cuore.
    Un grazie speciale all’autrice che con la pubblicazione di questo libro ci ha permesso in primis di conoscerla ma allo stesso tempo ci ha reso partecipi della sua vita, dei suoi affetti e del suo mondo interiore.
    In attesa di una prossima pubblicazione, continuo con piacere a conoscerla e….. lavorarci insieme.

I commenti sono chiusi.