La forza di una donna fragile

Anche per questo libro ho scelto un ossimoro come per Amori funesti, il cui argomento era la violenza sulle donne, qui la tematica è la dipendenza sessuale. La persona che ne soffre è una donna che riesce pian piano a prenderne coscienza grazie all’aiuto della sorella con la quale ha un forte legame seppur intriso di malessere. Wony la protagonista e gli altri coprotagonisti parlano tutti in prima persona. Ad ognuno di loro è dedicato almeno un capitolo e questo consente di comprendere a fondo il loro punto di vista. Emergono debolezze e punti di forza e solo la comprensione e l’accettazione delle prime consente di far emergere i secondi. Wony è stata una bambina prima poi una ragazza e infine una donna molto forte, sicura e decisa, protagonista principale delle propie scelte, ma in un luogo nascosto dentro di sè ha sviluppato un sintomo.

Come per ogni dipendenza occorre molto tempo per acquisirne consapevolezza, la protagonista quando ne diviene cosciente spiega cosa le era sembrata prima, come si era difesa, cosa aveva messo in atto per escludera dalla propria coscienza. Prendere atto di una propria fragilità fa paura perchè paradossalmente nasconderla consente di manifestare agli altri e a noi stessi la nostra maschera di forza, nel caso di Wony, quella di donna sicura di sè, disinvolta, aperta. Quando la maschera cade, si ha paura perchè è come trovarsi improvvisamente nudi e inizialemente questa condizione è intollerabile sì perchè il sintomo-dipendenza, come tutti i sintomi, ha una sua utilità. Chi si sente debole ha un residuo di forza di cui talvolta non ne è cosciente. Wony ha accanto a sè due figure che rappresentano il perno sul quale avrà luogo il suo giro di vita, entrambe rappresentano quella necessaria e forte motivazione per uscire dalla dipendenza.

Oltre ad essere meno nota è anche piuttosto imbarazzante se a soffrirne è proprio una donna. Un tempo si parlava di ninfomania che il Devoto Oli definisce una morbosa ricerca del soddisfacimento degli istinti sessuali nella donna. Ora facendo un parallelo con l’uomo, se è affetto da un bisogno del genere non è così imbarazzante come lo è stato e lo è tuttora per la donna. L’uomo può indossare la maschera sociale del machismo e così almeno apparentemente non ne esce con un’immagine così negativa. Certo il sintomo resta. Con l’avvento del mondo parallelo, quello virtuale, una cospicua fetta della dipendenza è stata incanalata lì dentro, quindi nascosta nelle maglie della rete ma non per questo meno deleteria. Wony però non vive in chat, ha anche lei una doppia vita ma entrambe vissute nel mondo reale. In una è un’affermata docente universitaria, una professione raggiunta grazie alla sua passione per lo studio e al suo grande impegno che la appaga e le dà prestigio. Nell’altra, quella in ombra, vive la sua dipendenza senza esserne consapevole ma con persone in carne e ossa appartenenti ad un ambiente elitario.

Ritengo che questo argomento debba uscire allo scoperto perchè rispetto alle dipendenze da sostanze, droghe, alcool o gioco che ci sono più note ormai quella dal sesso è un po’ più sconosciuta e sottaciuta, forse perché riguardando la sfera intima della persona porta con sé pudori e inibizioni. Sono certa che se ne parliamo farà un po’ meno paura e sarà possibile affrontarla, credo inoltre che la lettura sia un grande alleato per chi ha un problema e non riesce a parlarne.zom

Un pensiero su “La forza di una donna fragile

  1. Carmen Balcelles una delle più importanti editrici sudamericane disse ad Isabel Allende dopo la pubblicazione del suo romanzo La casa degli spiriti “ricordati, un romanzo di successo lo possono scrivere tutti. Difficile è replicarsi”.
    Monica Bocelli non solo ha replicato, ma ha ampliato i suoi orizzonti letterari scrivendo una storia di ampio respiro che la consacra davvero come scrittrice di talento. Belli e interessanti anche i suoi romanzi autobiografici o a sfondo sociale, ma è in questo libro secondo me che vi è il connubio perfetto tra narrativa e psicologia.
    Interessante la figura di Wony, avvincente la trama che ti porta a leggere il libro tutto d’un fiato fino alla fine e superlativa la delicatezza con cui Monica affronta questo tema tanto particolare e sconosciuto.
    Scivolare nella banalità, nei luoghi comuni o descrivere una scena piccante sarebbe stato facile ma Monica, da psicologa attenta e professionale, tratta il tema con estrema delicatezza.
    La storia interessante e il fascino della protagonista non devono però farci dimenticare che si tratta comunque di un romanzo impegnato con il quale Monica ha voluto dare una mano a tutte le donne che hanno lo stesso vissuto della protagonista.
    Complimenti Monica!

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