Prefazione di Sonia Cameli al libro Vittorio. Storia di un uomo

Prefazione di Sonia Cameli

Vittorio. Vita di un uomo è il nuovo romanzo di Monica Bocelli, scrittrice fiorentina dai molteplici interessi, con già all’attivo quattro pubblicazioni e numerosi articoli scientifici.

Nei suoi libri precedenti l’autrice ha percorso alternativamente la strada dell’autobiografia e della rielaborazione di “storie di vita” raccolte durante la sua attività di pedagogista clinica ed insegnante.

In Vittorio si cimenta, per la seconda volta, con il genere del romanzo, dimostrando di saperne ben padroneggiare le caratteristiche formali, adeguandole al suo stile personale e riconoscibile e continuando ad usare il discorso in prima persona che le è tanto congeniale.

Voce narrante del romanzo è infatti quella del protagonista, Vittorio, che nel primo capitolo, intitolato emblematicamente ” Io”, si presenta e offre la sua storia al lettore con un incipit semplice e accattivante, che invita alla prosecuzione della lettura: “Sono nato in novembre, uno dei due mesi più tristi dell’anno. . . ”

A noi lettori non resta che seguirlo nel suo racconto e dopo poche pagine siamo già presi dal desiderio di conoscere le tappe della vita di questo giovane uomo perché percepiamo che quella che sta iniziando è una storia che ci coinvolgerà e ci arricchirà emotivamente e culturalmente.

Io che ho avuto il piacere di leggere il romanzo prima della sua pubblicazione, l’ho letto in realtà due volte.

La prima è stata per il puro piacere della lettura, per seguire la vicenda e il dipanarsi della storia, tra Flashback e digressioni che ne arricchiscono l’intensità narrativa e accentuano il desiderio di continuare a leggere per sapere “come va a finire”…

La seconda per soffermarmi sui dettagli, per comprendere meglio i personaggi e le loro caratteristiche, lo spazio e il tempo del racconto, l’uso stilistico della prima persona e delle molteplici voci narranti, per approfondire le citazioni che attraversano tutto il libro e che sono lo specchio della cultura dell’autrice e della sua capacità di utilizzare pensieri di psicanalisti e di cantanti di saggisti e di scrittori, interiorizzandoli e porgendoli al lettore con la leggerezza di chi padroneggia ambiti così diversi.

Il romanzo si presta ad un’analisi testuale approfondita che proporrò ai miei studenti di quinta liceo per aiutarli nella loro preparazione agli esami: i ragazzi lavoreranno su un testo originale e di spessore narrativo e stilistico, mentre io avrò il piacere di passare ancora del tempo con Vittorio, con Malena, con Martina, con gli amici e soprattutto con la mamma del protagonista, vera sorpresa del romanzo filo rosso che tutto lo percorre.

La mamma è l’alter-ego dell’autrice che si racconta nel personaggio con sincerità, a volte attraverso gli occhi e le parole del figlio, altre volte direttamente, in prima persona, con lettere, pagine di diario e con una bellissima mail-racconto che la presenta all’inizio del romanzo.

La madre di Vittorio è dapprima per lui una mamma-sorella, una vecchia-bambina che cresce con il figlio, matura, studia, ama, e gli comunica, con l’esempio e con le parole, il suo rispetto per la cultura, l’amore per i libri, l’avversione per ogni forma di pregiudizio e di intolleranza. E con la mamma cresce Vittorio, che si affranca da lei ma ne porta con sé gli insegnamenti e lo spirito critico.

Al termine della lettura di questo romanzo un solo rammarico: che il libro sia terminato.

E un desiderio, una speranza: che un giorno Vittorio voglia raccontarci se è diventato quello che alla fine della narrazione crede “di aver compreso di voler essere”.f7ee4d51-d390-4890-8652-0d07ef223343