Recensione a Tredici canzoni urgenti di Vinicio Capossela

Tredici canzoni urgenti è l’ultimo album del cantautore Vinicio Capossela. Definirle canzoni mi sembra di sminuirle, si tratta di vera e propria prosa letteraria che descrive con acume la nostra gretta società attuale. L’album è stato pubblicato il 21 aprile scorso, l’autore non poteva trovare un titolo più azzeccato e pertinente di questo. È urgente infatti trovare davvero una soluzione al dilagare del femminicidio e Capossela ci dà anche qualche suggerimento: educare alle emozioni e al rifiuto, ripudiare il falso romanticismo, il delitto d’onore e la scusante della gelosia. Afferma che non ci sia niente da salvare poiché chi uccide è un criminale e quindi aggiungo io basta con le perizie psichiatriche!! Non meno importante l’accenno alla teoria di Alice Miller sulla ricorsività della violenza “la maledizione si trasmette di generazione in generazione”. Tutti i brani sono bellissimi e devono essere ascoltati con attenzione, mi sono venuti i brividi mentre scorrevano le note di La crociata dei bambini, altra storia triste altro tema importante anzi urgente. Narra la storia di un gruppo di bambini scampati alla guerra, si perdono e inviano il cane messaggero ma nonostante raggiunga la casa di un contadino nessuno li trova. Che pena, che ingiustizia “la guerra dei grandi” o presunti tali coloro che dovrebbero proteggere i bambini li lasciano morire nel “freddo di neve”. In Minorità, Vinicio Capossela chiede a tutti noi e quindi ci invita a riflettere, non capita spesso che qualcuno lo faccia, sul senso di questa domanda: “Che sarebbe mai successo a lei se solo fosse nato dove sono nato io?” L’altra questione posta è “Ma non siamo tutti in un carcere duro di muri costruiti con la paura?” Che profonde riflessioni ma sappiamo ancora andare così a fondo noi? Noi che non dobbiamo più scegliere, non sappiamo più farlo. “E se non è tutto quello che vuoi È tutto quello che puoi (all you can eat)” perché tanto è tutto uguale, non conta più studiare né sapere, siamo irrilevanza… Un quadro a tinte fosche quello dipinto dal saggio cantautore ma ahimè realistico, un mondo manicheista fatto di noi e voi, dove quelli che stanno da La parte del torto urlano così forte il loro razzismo, il loro sessismo, la loro ignoranza egoismo e opportunismo che conducono senza fatica dalla loro parte gli altri. Meditiamo gente, meditiamo. Educhiamo i bambini ad accettare il rifiuto, quest’ultimo fa parte della vita di tutti noi. Deve farne parte, noi adulti: genitori, insegnanti educatori abbiamo grandi responsabilità, fra le tante quella di dare vita ad una generazione che sappia fare fronte alle difficoltà. I bambini e le bambine riceveranno molti dinieghi e diventeranno più forti se sapranno accettarli. Staremo accanto a loro non per evitarglieli ma per consentire di sperimentare la capacità di tolleranza. Dolce e al tempo stesso grandioso il tributo alle partigiane, dai nomi che sanno di bucato, in Staffette in bicicletta dal ritmo così incalzante che sembra di vederle pedalare in tutta fretta per salvarci dal nemico feroce. Non dimentichiamole mai! Dobbiamo ancora resistere, certi mostri risorgono dalle ceneri, possiamo chiedere aiuto alle partigiane che si sono impegnate con coraggio, azione e responsabilità, possiamo chiedere loro di insegnarci come fermare la guerra. Quest’ultima canzone l’abbiamo cantata, letta e spiegata in classe, bambini e bambine dai tre ai sei anni hanno fatto molte domande e riflessioni in merito a questo argomento. Non è troppo presto per cominciare a parlarne, prima si comincia e meglio è.
Grazie Vinicio Capossela del tuo capolavoro!